12 Dicembre 2022

LA DEPRESSIONE E’ UNA DELLE PATOLOGIE PIU’ DIFFUSE AL MONDO

Scopriamo il perché con il Dott. Vincenzo Ruggiero , Specialista in Psichiatria – Columbus Clinic Center

La depressione tocca il target di adulti tra i 50 e i 75 anni, con una maggiore incidenza nel sesso femminile rispetto aquello maschile, ma in sensibile crescita sono i casi di depressione negli adolescenti e nei giovani.

Nonostante questo solo 1 soggetto su 5 arriva a curarsi per via di un duplice pregiudizio che il trattamento della depressione porta con sé: il primo è che le persone depresse si vergognano ad accettare di soffrire di questo disturbo, il secondo è che prendere farmaci specifici o fare una psicoterapia è equiparato al essere considerati “pazzi”.

Per correttezza non bisognerebbe parlare semplicemente di depressione, ma di vari tipi, da quelle di entità medio-lieve, a quelle di entità grave, che sono quelle che poi meglio rispondono ai farmaci antidepressivi.

Quando si parla di depressione ci si riferisce ad una vasta gamma di sintomi quali la tristezza, lairritabilità, la scarsa voglia di fare, i pensieri negativi relativamente a sé stessi e al proprio futuro, la scarsa cura di sé e della propria salute, la astenia spiccata, i disturbi del appetito, la bassa autostima, i disturbi della memoria, della attenzione, della concentrazione, oltre ad altri sintomi come cefalea, ansia, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali, dolori diffusi e polimorfi, disturbi sessuali.

Questo porta alla necessità di una approfondita valutazione diagnostica da parte dello specialista competente (psichiatra), perché è un dato di fatto che solo il 25% dei pazienti arriva dallo psichiatra; la parte restante si distribuisce tra diversi specialisti, dal gastroenterologo, al neurologo, al reumatologo, al cardiologo, al otorinolaringoiatra e così via, con risultati assolutamente insoddisfacenti per il paziente e gravosi in termini di costi per lo stesso paziente e la comunità.

Nella eziologia della depressione sono stati presi in considerazione come possibili effetti scatenanti la malattia, fattori biologici, genetici e psicosociali, anche se tale suddivisione è alquanto artificiosa, perché queste tre realtà interagiscono tra di loro condizionandosi vicendevolmente.

Il rischio più grave che un paziente affetto da depressione corre nel corso della sua malattia, è senza ombra di dubbio quello suicidario.

Una ricerca condotta dalla Commissione Europea per la Salute Mentale ha rilevato che 58000 cittadini europei muoiono ogni anno per suicidio e le vittime di suicidio per la stragrande maggioranza dei casi dovute ad una Depressione, sono più numerose diquelle per incidenti stradali (50.700 l’anno).

Le terapie della depressione oggi sono di tipo psicofarmacologico e psicoterapico.

La maggioranza degli studi clinici effettuati nel corso degli ultimi 30-40 anni ha evidenziato che l’approccio integrato della farmacoterapia e della psicoterapia è il trattamento più efficace per la cura dei disturbi depressivi.

L’ approccio farmacoterapico alla depressione deve essere indirizzato nel seguente modo:

1) alla risoluzione della fase  depressiva

2) alla prevenzione delle possibili e frequenti recidive nel tempo.

Lo specialista Psichiatra nella scelta del farmaco da adottare per il trattamento di un paziente depresso deve tenere conto di una serie di considerazioni che vanno dalla anamnesi familiare, alla età del soggetto, alla presenza di malattie concomitanti, alla possibilità di effetti collaterali che possono compromettere la assunzione regolare e continuativa della terapia.

Nelle linee guida per l’ uso corretto dei farmaci antidepressivi occorre tenere presente che nel determinare la mancanza di una risposta efficace ad una specifica terapia spesso si incorre nel errore di usare un dosaggio troppo basso della stessa, per un periodo di tempo troppo breve. Quindi se in linea di massima è giusto iniziare con un dosaggio basso del farmaco per ridurre l’ impatto dei possibili effetti collaterali che può pregiudicare l’assunzione regolare della terapia, poi la dose deve essere gradatamente innalzata sino al dosaggio minimo terapeutico e mantenuto a tale livello per almeno 4-6 settimane, prima che possano trarsi delle conclusioni circa la efficacia della terapia proposta e regolarmente assunta.

Solo quando un antidepressivo utilizzato ad un dosaggio congruo e per un periodo di tempo adeguato (6 settimane) non dovesse portare ad un miglioramento soddisfacente dei sintomi, si deve passare ad un altro farmaco, possibilmente di una classe diversa.

Per quanto riguarda i trattamenti psicoterapeutici quelli più studiati ed efficaci sono la psicoterapia ad orientamento analitico e la cognitivo comportamentale.

Gli obiettivi di una psicoterapia, qualunque sia l’ approccio metodologico, sono rivolti alla rimozione dei sintomi, alla ripresa del abituale funzionamento sociale e familiare, piuttosto che lavorativo e scolastico, alla prevenzione di possibili recidive, alla risoluzione delle problematiche psicologiche sottostanti che possono aver scatenato la depressione, alla aderenza terapeutica alla farmacoterapia.

Particolare attenzione da parte dello specialista Psichiatra è anche alla qualità di vita del paziente, allo svolgimento regolare di attività fisica, così come anche alla sua alimentazione quotidiana tutti fattori che possono incidere positivamente sul decorso della malattia.

L’obiettivo di riferimento è quello di raggiungere un grado soddisfacente di Salute Mentale nelladefinizione che ne dà la Organizzazione Mondiale della Sanità, ovverosia di uno stato di benessere emotivo e psicologico, nel quale l’individuo è in grado di sfruttare al meglio le sue capacità cognitive ed emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni gratificanti con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni.