Centro di Ortogeriatria
la prevenzione della rottura di femore
Un percorso completo di diagnosi, cura e assistenza dedicato ai problemi muscolo-scheletrici dell’età avanzata.
L'Osteoporosi Sarcopenica
osteoporosi
sarcopenia
rischio di cadute e fragilità ossea
Con l’avanzare dell’età aumenta sensibilmente il rischio di fratture dovute all’osteoporosi, spesso in combinazione con la perdita di massa muscolare (sarcopenia).
La cosiddetta osteoporosi sarcopenica descrive proprio la condizione tipica dell’anziano in cui la fragilità ossea causata dall’osteoporosi si associa a una riduzione della massa e della forza muscolare (sarcopenia).
Queste due condizioni insieme amplificano il rischio di cadute e fratture da fragilità, rendendo il paziente anziano particolarmente vulnerabile.
Questa combinazione – a volte definita anche osteosarcopenia – rappresenta una delle sfide principali della medicina moderna, perché le fratture da fragilità (specie quelle del femore) comportano costi sanitari e sociali elevati e, spesso, l’osteoporosi resta silente fino al verificarsi della frattura stessa.
Diventa dunque fondamentale riconoscere precocemente lo stato di osteoporosi sarcopenica, valutando sia la salute dell’osso sia la condizione muscolare, per poter intervenire in tempo con strategie mirate di prevenzione e terapia integrata.
Il paziente con fragilità ossea
I principali fattori di rischio
Età avanzata
sesso femminile
fratture osteopoortiche (storia pregressa)
Bassa densità ossea documentata (esempio Moc)
familiarità con osteoporosi
terapie croniche cortosoniche
patologie endocrine
carenze di calcio e vitamina d
tendenza a cadere
In circa il 90% dei casi di frattura di femore, i pazienti hanno più di 65 anni, a conferma di quanto l’età sia un fattore determinante.
Per questo, nel nostro Centro di Ortogeriatria ogni paziente con fragilità ossea viene preso in carico attraverso un percorso dedicato: dopo un’attenta valutazione multidimensionale, verrà indirizzato al piano di trattamento più appropriato, che può includere consigli nutrizionali, supplementazione di calcio e vitamina D, terapia farmacologica anti-osteoporosi, fisioterapia per migliorare equilibrio e forza muscolare, oppure – nei casi di rischio estremamente alto – un intervento chirurgico preventivo di rinforzo osseo come la femoroplastica.
L’obiettivo è prevenire la frattura prima che accada, proteggendo così l’autonomia e la qualità di vita del paziente anziano fragile.
Il nuovo algoritmo di diagnosi con la densitometria ossea ecografica rems
Il nostro Centro utilizza un innovativo algoritmo diagnostico per valutare la salute ossea e il rischio di frattura, che integra la più moderna tecnologia di densitometria ossea ecografica chiamata REMS (acronimo di Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry).
La metodica REMS permette di misurare in modo accurato la densità minerale e la qualità dell’osso a livello delle sedi scheletriche più rilevanti (colonna vertebrale e femore) tramite una semplice ecografia, senza alcuna esposizione a radiazioni.
Si tratta di una tecnologia all’avanguardia, inserita nelle nuove linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità per la diagnosi dell’osteoporosi.
Attraverso una rapida scansione ecografica, REMS analizza la micro-architettura dell’osso e fornisce parametri sulla robustezza strutturale, integrando le informazioni della densitometria tradizionale.
Questa valutazione ecografica è non invasiva e ripetibile nel tempo, adatta anche a pazienti per i quali la MOC DXA tradizionale può essere meno indicata (per esempio in caso di difficoltà motorie, condizioni cliniche particolari o necessità di monitoraggi frequenti).
Nel nostro algoritmo diagnostico, i risultati della REMS vengono combinati con la valutazione clinica e i punteggi di rischio (come DEFRA/FRAX) per ottenere un quadro completo: identifichiamo così precocemente i pazienti con osteoporosi severa o in rapido peggioramento, e possiamo intervenire in anticipo con le terapie più adeguate.
In pratica, grazie alla densitometria ossea ecografica REMS, il percorso diagnostico diventa più sicuro (nessuna radiazione), preciso e tempestivo, in linea con gli standard più elevati di medicina preventiva.
Completano il percorso anche gli esami ematici e radiografici che permettono all’algoritmo diagnostico di elaborare con precisione il risultato.
La frattura del femore e la sua pericolosità medica e sociale
La frattura del femore prossimale (meglio nota come frattura dell’anca) è una delle conseguenze più gravi dell’osteoporosi negli anziani.
2°
Negli Stati Uniti viene considerata la seconda causa di morte negli over-65, subito dopo le malattie cardiovascolari.
90%
Circa il 90% delle fratture del femore si verifica in persone oltre i 65 anni, spesso affette da osteoporosi avanzata.
Si tratta dunque di un evento frequente e drammatico: i decessi entro un anno dal trauma raggiungono circa il 30% dei casi, specialmente nei pazienti più anziani.
50%
4 MLD
Oltre ai numeri, va sottolineato che affrontare una frattura del femore significa sottoporre un paziente anziano a un intervento chirurgico “maggiore” di emergenza (come una protesi d’anca o una sintesi con placche), con tutti i rischi che un’operazione importante comporta in età avanzata (dall’anestesia, alla perdita di sangue, al rischio di infezioni, trombosi ed altre complicanze).
Nonostante i progressi chirurgici, spesso l’anziano non riesce a tornare alle condizioni di deambulazione precedenti la frattura.
È evidente quindi il doppio valore della prevenzione: per il paziente, evitare una frattura di femore significa evitare un grave pericolo per la propria salute e mantenere la propria autosufficienza; per la società, prevenire queste fratture significa ridurre un carico enorme di sofferenze, ricoveri e costi assistenziali.
Il nostro Centro di Ortogeriatria nasce proprio con questa missione preventiva, rivolta ai pazienti più fragili, affinché il “femore rotto” diventi un evento sempre più raro.
La prevenzione della frattura di femore: la femoroplastica
Oggi disponiamo di un intervento preventivo innovativo pensato per evitare la frattura prima che accada: la femoroplastica.
Si tratta di un trattamento chirurgico mini-invasivo mirato a rinforzare il collo del femore osteoporotico prima che si rompa.
L’idea è simile a quella di un “rinforzo strutturale” dell’osso fragile: anziché attendere che si verifichi la frattura (che richiederebbe poi interventi maggiori come protesi o viti con placche), si interviene preventivamente consolidando l’osso indebolito.
In questo modo si preserva l’osso del paziente invece di doverlo sostituire con protesi o mezzi di sintesi invasivi, grazie a un approccio molto meno traumatico.
La femoroplastica viene proposta ai pazienti in cui è stata identificata una condizione di fragilità severa con rischio elevatissimo di frattura del femore prossimale, con l’obiettivo di ridurre drasticamente tale rischio e scongiurare le gravi conseguenze mediche e sociali legate alla frattura dell’anca (invalidità permanente o addirittura decesso).
Ma in che cosa consiste esattamente questo intervento? In parole semplici, la femoroplastica prevede l’inserimento di una speciale vite in titanio all’interno del collo femorale, seguita dall’iniezione di un materiale biomimetico all’interno dell’osso stesso.
L’associazione di vite e innesto fornisce quindi un duplice beneficio: un immediato rinforzo meccanico del femore fragile (grazie all’azione della vite in titanio) unito a un rinforzo biologico nel tempo (grazie alla “riparazione” dell’osso mediante il materiale osteoconduttivo).
In sintesi, la femoroplastica rappresenta una strategia innovativa di prevenzione attiva: anziché limitarsi a curare l’osteoporosi con farmaci (che possono richiedere anni per incidere sul rischio di frattura e spesso soffrono di scarsa aderenza da parte del paziente), si aggiunge un intervento risolutivo che mette al sicuro l’osso più a rischio.
Come si esegue e durata dell'intervento
La femoroplastica è un intervento chirurgico mini-invasivo che si svolge in sala operatoria, generalmente in anestesia locale con sedazione o in anestesia spinale (a seconda del caso), e ha una durata relativamente breve (di solito ben inferiore a un’ora). L’esecuzione prevede pochi, mirati passaggi sotto guida radiologica (fluoroscopia):
STEP
1
accesso e guida
Innanzitutto si individua con precisione l’area del collo femorale da trattare e, tramite una mini-incisione cutanea (circa 1–2 cm), si inserisce nell’osso un filo guida metallico sotto controllo radioscopico.
STEP
2
inserimento della vite
STEP
3
iniezione del materiale osteoconduttivo
STEP
4
chiusura e fissaggio
Trattandosi di una procedura mini-invasiva, il trauma chirurgico per i tessuti è minimo: la perdita di sangue è molto ridotta, il dolore intra- e post-operatorio è di lieve entità, e il rischio di infezioni o altre complicanze chirurgiche è drasticamente inferiore rispetto a un intervento tradizionale a cielo aperto.
Terminata l’operazione, già in sala risveglio il paziente può mobilizzare l’arto operato. Dopo un breve periodo di osservazione, viene incoraggiato ad alzarsi in piedi e a camminare con il femore rinforzato di nuovo stabile.
Tempi di recupero
Carico Immediato
Il recupero dopo una femoroplastica è rapido e molto più semplice rispetto a quello conseguente a una frattura o a un intervento di protesi tradizionale. Poiché la vite stabilizza immediatamente l’osso, il paziente può tornare a camminare praticamente subito dopo l’operazione, caricando sull’arto operato senza bisogno di stampelle o altri ausili.
Minor dolore
deambulazione immediata
autonomia più rapida
Il decorso post-operatorio standard comporta solo una piccola cicatrice (in corrispondenza della mini-incisione), che richiede medicazioni periodiche e la rimozione dei punti dopo circa 10-14 giorni.
Tutto ciò si traduce in un enorme beneficio per il paziente anziano, che può mantenere la propria indipendenza e qualità di vita senza lunghe convalescenze. In conclusione, la femoroplastica offre una soluzione preventiva efficace, sicura e poco invasiva: protegge l’osso fragile prima che si rompa e consente un ritorno veloce alla normalità, assicurando al paziente e ai familiari maggiore serenità per il futuro.
prof. Rinaldo Giancola
Già Primario Ortopedico Ospedale San Carlo Borromeo
Past President Società Italiana Ortopedia e Traumatologia Geriatrica (AITOG)














