Scopri lo Stato del Tuo Fegato in Modo Sicuro e Non Invasivo con l'elastosonografia

Diagnosi precoce di fibrosi e steatosi epatica in soli 20 minuti, senza aghi né dolore.

Perché Controllare il Tuo Fegato è Fondamentale?

Le malattie del fegato, come fibrosi e steatosi, possono rimanere silenziose per anni, manifestandosi solo quando è troppo tardi (cirrosi o tumori). Con l’elastosonografia, puoi:

Rilevare precocemente il danno epatico
Evitare la biopsia invasiva
Ottenere risultati chiari in pochi minuti

Malattie epatiche e importanza della diagnosi precoce

Le malattie del fegato rimangono a lungo “silenziose”, senza sintomi evidenti, e spesso si manifestano clinicamente solo agli stadi avanzati (cirrosi o tumore).

Ecco perché la diagnosi precoce è fondamentale: individuare per tempo un danno epatico consente di intervenire quando la malattia è ancora reversibile o controllabile.
fegato normale

Fegato sano

fegato grasso

Fegato grasso

fegato con fibrosi

Fegato con fibrosi

fegato con cirrosi

Fegato con cirrosi

fegato con tumore

Fegato con tumore

Le malattie croniche del fegato rappresentano un serio problema di salute: indipendentemente dalla causa (epatiti virali, patologie metaboliche, autoimmuni, abuso di alcol, ecc.), il danno epatico cronico porta alla formazione di fibrosi epatica (tessuto cicatriziale nel fegato).

Col passare del tempo, questa fibrosi può evolvere in cirrosi con distorsione della normale struttura epatica e dare complicanze gravi come l’ipertensione portale, l’ascite (accumulo di liquido addominale) e il carcinoma epatocellulare (tumore del fegato).

Fino a pochi anni fa, l’unico modo per valutare la presenza e il grado della fibrosi epatica era la biopsia del fegato, un esame invasivo che consiste nel prelievo di un frammento di tessuto epatico con un ago.

La biopsia, pur essendo considerata a lungo il “gold standard” diagnostico, comporta rischi e disagi non trascurabili: richiede anestesia locale, può causare dolore e, seppur raramente, gravi complicanze come emorragie, oltre ad avere costi elevati e necessitare di tempo per l’analisi istologica.

Oggi, fortunatamente, la tecnologia medica offre soluzioni alternative.

l'immagine del dottore

Presso Clinica Columbus è disponibile l’elastosonografia, un nuovo macchinario che permette di valutare in modo completamente non invasivo lo stato di salute del fegato (fibrosi e steatosi, ossia “fegato grasso”) del paziente.

Questo esame innovativo – basato su un’avanzata metodica ecografica – ha drasticamente ridotto la necessità della biopsia epatica solo a rarissimi casi selezionati (ormai circa il 2-3% dei pazienti) grazie alla sua efficacia nel rilevare adeguatamente fibrosi e steatosi.

In altre parole, l’elastosonografia consente una sorta di “biopsia virtuale” del fegato, senza aghi né dolore, offrendo ai pazienti un’alternativa sicura e affidabile per la diagnosi e il monitoraggio delle malattie epatiche.

Che cos’è l'ELASTOSONOGRAFIA

L’elastosonografia epatica è un dispositivo medico avanzato che utilizza ultrasuoni speciali per misurare in modo non invasivo due parametri fondamentali del fegato: la rigidità o elasticità del tessuto epatico e la quantità di grasso accumulata nel fegato.

Si tratta di un’ecografia che valuta e quantifica la durezza o elasticità  del fegato (dato correlato alla presenza di fibrosi, cioè di cicatrici) e contemporaneamente misura l’attenuazione del segnale ultrasonoro nel fegato (dato correlato al contenuto di grasso, ovvero la steatosi epatica).

Rigidità elastica del tessuto epatico

quantità di grasso accumulata nel fefgato

kPa

La rigidità epatica misurata dall’ l’elastosonografia viene espressa in kilopascal (kPa) e correla con la presenza di fibrosi: in generale, più il fegato è rigido, maggiore è il grado di fibrosi presente.

Allo stesso modo, l’attenuazione del fascio ultrasonoro causata dalla presenza di grasso nel fegato espressa in decibel per centimetro per mega Hertz (dB/cm/MHz) t) che permette di stimare la quantità di grasso nelle cellule epatiche.

dB/CM/MHz

In altre parole, l’elastosonografia è in grado di fornire in pochi minuti un’analisi quantitativa sia della fibrosi epatica che della steatosi epatica del paziente, informazioni che tradizionalmente si ottenevano solo tramite esami invasivi.

Il risultato finale è dunque un “doppio esame”:

L’esame è riconosciuto a livello internazionale come metodo d’elezione non invasivo per la valutazione del fegato.

La metodica è validata da una robusta evidenza scientifica, con numerosissimi studi clinici pubblicati e il suo impiego è raccomandato in oltre 200 linee guida internazionali sulle malattie del fegato.

In altre parole, l’elastosonografia rappresenta il gold standard non invasivo per la valutazione e il monitoraggio della fibrosi epatica e della steatosi.

Clinica Columbus mette a disposizione dei pazienti questa tecnologia all’avanguardia, unendo l’innovazione diagnostica alla competenza specialistica dei nostri medici, per garantire esami accurati e affidabili in totale sicurezza.

Come funziona l’esame

L’esame è semplice, rapido e indolore.

Si svolge in ambito ambulatoriale, simile a una comune ecografia epatica. Il paziente viene fatto sdraiare in posizione supina (a pancia in su) su un lettino con il braccio destro alzato sopra la testa, in modo da facilitare l’accesso al fianco destro (zona del fegato).

Il medico applica gel ecografico sulla cute e posiziona la sonda all’altezza del lobo epatico di destra.

Attraverso il monitor, il medico sceglierà le aree più appropriate sulle quali effettuare le misurazioni, evitando strutture che potrebbero alterare il risultato finale (calcificazioni, vasi sanguigni, tessuto adiposo, altri organi, ecc.).

Saranno scelte aree differenti così che il risultato finale sia il più possibile rappresentativo dell’intero fegato.

Non è necessaria alcuna sedazione o anestesia durante l’esame, che risulta quindi completamente confortevole e totalmente privo di rischi.

10 minuti

Procedura rapida e indolore

L’intera procedura è molto rapida: il tempo di scansione effettivo è di circa 5–10 minuti e, considerando i preparativi e la spiegazione, la durata complessiva in genere non supera i 15–20 minuti.

Al termine, il paziente può immediatamente tornare alle sue normali attività: non è necessario alcun ricovero né tempo di recupero dopo l’esame.

Niente aghi, niente dolore

Dal punto di vista del comfort e della sicurezza, l’esame offre chiari vantaggi rispetto alla biopsia epatica tradizionale.

Non comporta incisioni cutanee né aghi, eliminando il dolore e le possibili complicanze legate a una procedura invasiva.

Inoltre, l’elastosonografia misura un’area di fegato molto più ampia rispetto al piccolo frammento prelevato in una biopsia, rendendo il risultato più rappresentativo dello stato generale dell’organo.

divieto di siringa

Di seguito riassumiamo i principali vantaggi dell’elastografia rispetto alla biopsia epatica:

Non invasivo e indolore: nessuna puntura e nessuna incisione, l’elastografia utilizza solo onde ultrasonore; il paziente non avverte dolore né necessita di anestesia.

Sicuro: privo di effetti collaterali significativi. Evita i rischi (seppur rari) della biopsia, come emorragie interne o infezioni, offrendo una procedura estremamente ben tollerata.

Rapido e ambulatoriale: l’esame dura pochi minuti e si esegue in ambulatorio senza necessità di degenza; al termine dell’esame il paziente può subito tornare alle normali abitudini.

Risultati immediati: l’esito dell’esame è disponibile nell’immediato, al termine della procedura, senza dover attendere giorni come avviene per la biopsia.

Altamente ripetibile: poiché non è invasivo, l’esame può essere ripetuto con facilità tutte le volte necessarie per monitorare nel tempo l’evoluzione della malattia epatica. Questo consente, ad esempio, di verificare periodicamente l’efficacia di una terapia.

Valutazione completa: in un unico esame si ottengono due informazioni fondamentali – grado di fibrosi e quantità di steatosi – mentre la biopsia tradizionale fornisce principalmente informazioni sul grado di fibrosi e una valutazione della steatosi espressa solamente in termini di percentuale di cellule contenenti grasso, all’interno del frammento bioptico.

In sintesi, l’elastosonografia si configura come un esame moderno e non invasivo che fornisce al medico indicazioni preziose sullo stato del fegato.

Non stupisce quindi che gli esperti considerino l’elastografia un’innovazione capace di sostituire la biopsia in molti casi di malattia epatica, migliorando l’esperienza del paziente e velocizzando i tempi diagnostici.

Indicazioni cliniche: valutazione di fibrosi e steatosi epatica

L’esame trova indicazione in tutte le situazioni in cui sia necessario valutare la fibrosi epatica o la steatosi epatica in modo non invasivo.

Riassumendo le principali indicazioni cliniche del’ elastosonografia:

Epatite cronica

Stadiazione della fibrosi epatica in pazienti con epatite cronica (virale, autoimmune, metabolica, ecc): consente di valutare se e quanto il fegato è danneggiato (fibrotico) e di seguire l’andamento nel tempo, guidando le decisioni terapeutiche (es. terapie antivirali, immunosoppressive, ecc.).

NAFLD o NASH

Valutazione del fegato grasso (steatosi epatica) nei pazienti con NAFLD (steatosi non alcolica) o NASH (steatoepatite non alcolica): quantifica il grasso accumulato e individua i casi con fibrosi, a rischio di evoluzione verso stadi più avanzati (cirrosi).

Epatite alcolica

Epatopatia alcolica: nei soggetti con abuso cronico di alcol, l’esame verifica la presenza di fibrosi incipiente o avanzata,.nonché il quantitativo di steatosi alcol-correlata.

Malattie epatiche

Monitoraggio delle malattie epatiche già note: in chi ha una cirrosi compensata o una fibrosi significativa, l’elastografia epatica seriata permette di controllare l’efficacia della terapia e l’eventuale progressione della malattia.

Pazienti a rischio

L’esame può essere utilizzato come test di screening non invasivo in individui ad alto rischio di malattia epatica cronica (ad esempio soggetti obesi, diabetici, con sindrome metabolica) per identificare precocemente segni di progressione a stadi avanzati di malattia.

In tutti questi contesti clinici, l’informazione fornita dall’elastosonografia è estremamente utile sia in fase diagnostica iniziale (per avere una fotografia dello stato del fegato) sia nel follow-up (per confrontare i risultati nel tempo).

Un singolo esame di elastografia può aiutare a quantificare il danno epatico esistente, a monitorarne l’evoluzione (miglioramento o peggioramento) e a orientare le scelte terapeutiche del medico curante.

Non va dimenticato inoltre che i risultati dell’esame vanno sempre interpretati da uno specialista nel contesto clinico del paziente: ad esempio, in presenza di infiammazione acuta i valori di rigidità potrebbero risultare aumentati anche in assenza di fibrosi significativa.

Alla Clinica Columbus, medici epatologi esperti affiancheranno all’esame strumentale una valutazione clinica completa, qualora richiesta dal paziente.

 

A chi è rivolto L'ESAME

L’esame è rivolto principalmente a pazienti di qualsiasi età che presentino fattori di rischio o condizioni potenzialmente associate a malattie epatiche. In particolare, questo esame è consigliato se si rientra in una delle seguenti categorie:

Persone in sovrappeso od obese, e/o con diabete mellito di tipo 2: queste condizioni sono strettamente legate alla presenza di fegato grasso: basti pensare che circa il 70% dei pazienti obesi e oltre l’80% dei diabetici presenta steatosi epatica.

In tali soggetti, l’elastosonografia può evidenziare la presenza di fibrosi già nelle fasi iniziali della NAFLD, individuando i pazienti che necessitano di interventi terapeutici per evitare la progressione verso NASH o cirrosi.

obesa

Soggetti con sindrome metabolica (iperalimentazione, elevati livelli di trigliceridi/colesterolo, diabete, ipertensione): la sindrome metabolica si accompagna molto spesso a fegato grasso (MAFLD – steatosi metabolica) e rappresenta oggi la causa più comune di malattia cronica del fegato nella popolazione generale.

È quindi opportuno monitorare periodicamente il fegato di questi pazienti in modo non invasivo.

Pazienti con epatite virale cronica B o C: i portatori di virus epatitici, se non trattati, tendono a sviluppare fibrosi nel tempo; l’elastosonografia permette di controllare l’evoluzione della malattia epatica e decidere quando iniziare eventuali terapie  monitorando la risposta terapeutica.

Inoltre, nei pazienti con epatite C guarita (SVR dopo terapia antivirale) l’elastografia aiuta a valutare il grado di fibrosi residua e l’eventuale necessità di follow-up per la prevenzione delle complicanze.

epatite C
alcool

Consumatori cronici di alcol: l’abuso prolungato di bevande alcoliche può causare steatosi e, successivamente, fibrosi/cirrosi (epatopatia alcolica).

Spesso questi pazienti non eseguono controlli finché i danni sono avanzati; l’elastografia offre uno strumento di screening semplice per rilevare precocemente la fibrosi e la steatosi alcol-correlate e motivare il paziente a ridurre/cessare l’assunzione di alcol.

Elevati enzimi epatici senza causa nota: se dalle analisi del sangue gli indici epatici (transaminasi, gammaGT) risultano alterati in assenza di una causa documentabile, l’elastosonografia può fornire indicazioni sullo stato di salute del fegato (ad esempio rilevando una fibrosi inattesa o confermando la presenza di fegato grasso) orientando verso ulteriori approfondimenti diagnostici.

esami del sangue
dolore al fegato epatite

Pazienti con diagnosi già nota di malattia epatica cronica: ad esempio persone con cirrosi compensata, epatiti autoimmuni, colangite biliare primitiva, emocromatosi ereditaria e altre epatopatie croniche che richiedono un follow-up.

In questi casi l’elastografia aiuta a monitorare la stabilità o la progressione della fibrosi nel tempo, senza dover ricorrere a metodi più invasivi.

In generale, chiunque desideri una valutazione preventiva del proprio fegato può beneficiare di questo esame, soprattutto se ha uno stile di vita o una storia clinica che lo espone a danni epatici.

Vale la pena ricordare che la prevalenza del fegato grasso nella popolazione è in costante aumento (fino al 25–30% degli adulti nelle stime più recenti) con percentuali non trascurabili anche nei soggetti magri (circa 10%) e che, nei prossimi anni, la MAFLD/MASH potrebbe diventare la principale indicazione al trapianto di fegato.

Identificare per tempo le persone a rischio consente di intraprendere misure correttive (dieta, esercizio, terapie) prima che il danno epatico diventi irreversibile.

Preparazione all’esame

La preparazione all’esame è semplice e analoga a quella di una normale ecografia addominale. Ecco alcune indicazioni da seguire prima di presentarsi all’appuntamento:

Digiuno di almeno 6 ore, prima dell'esame

È importante non assumere cibo nelle 6–8 ore precedenti l’esame.

Si può bere acqua naturale, in quanto non vi è necessità che la vescica sia piena.

limitare le fibre nei 2 giorni precedenti

Nei due giorni prima l’esame è consigliabile moderare l’assunzione di cibi molto ricchi di fibre (legumi, verdure molto fibrose, cereali integrali) che possono provocare distensione intestinale da fermentazione.

Un eccesso di aria nell’intestino potrebbe infatti rendere più difficile ottenere misurazioni ottimali.

terapie farmacologiche

Non è necessario sospendere eventuali terapie in corso che possono essere assunte, anche poche ore prima dell’esame, con acqua.

In caso di terapia insulinica, consultare il medico per gli eventuali aggiustamenti legati al periodo di digiuno.

Altre indicazioni

Indossare un abbigliamento comodo (verrà chiesto di scoprire l’addome durante l’esame).

È importante portare con sé gli esami del sangue recenti relativi al fegato (transaminasi, marker virali, ecc.) e eventuali referti di ecografie o visite epatologiche precedenti, per fornire al medico il quadro completo.

Refertazione e follow-up post-esame

Uno dei punti di forza dell’elastosonografia è la disponibilità immediata dei risultati.

Al termine dell’esame, il medico rilascerà subito il referto al paziente. 

Nel referto saranno riportati i valori numerici ottenuti (in kPa per la rigidità epatica, in dB/cm/MHz per la steatosi) accompagnati dalla loro interpretazione clinica: ad esempio, sarà indicato a quale stadio di fibrosi corrisponde il valore misurato (secondo la scala METAVIR o equivalenti) e il grado di steatosi stimato (lieve, moderata, severa).

Presso la Clinica Columbus poniamo grande attenzione alla fase di comunicazione dei risultati: un medico specialista spiegherà al paziente il significato dei valori riscontrati, rispondendo a eventuali domande e illustrando con chiarezza lo stato di salute del fegato emerso dall’esame.

Se il paziente lo desidera, subito dopo l’esame verranno forniti consigli e indicazioni sul percorso da seguire.

In base all’esito, infatti, potranno rendersi necessari ulteriori approfondimenti diagnostici (per esempio esami del sangue aggiuntivi, risonanza magnetica, ecc.) oppure interventi terapeutici e sullo stile di vita (dieta, attività fisica, astensione dall’alcol).

Qualora i valori fossero normali o indicassero la presenza di fibrosi minima, il paziente potrà scegliere di essere inserito in un programma di controlli periodici.

dottore con paziente
Columbus foto quadrata

Presso Clinica Columbus, viene offerta al paziente una presa in carico completa: non solo l’esecuzione tecnica dell’esame, ma anche l’interpretazione specialistica dei risultati e la pianificazione del follow-up più adatto.

Il nostro obiettivo è fornire un percorso diagnostico-terapeutico chiaro e su misura, mettendo il paziente al centro.

Dopo l’esame, potranno essere organizzate visite di controllo epatologiche, esami integrativi o colloqui con nutrizionisti e altri specialisti, in modo da affrontare in maniera globale ogni aspetto emerso dalla valutazione epatica.