Il Fibroscan è un esame diagnostico non invasivo che consente di valutare in modo rapido e indolore lo stato di salute del fegato.
Conosciuto anche come elastografia epatica transiente, questo test misura la rigidità del tessuto epatico e l’eventuale presenza di steatosi (accumulo di grasso nel fegato), condizioni che possono indicare fibrosi o cirrosi epatica.
Negli ultimi anni, il Fibroscan ha rivoluzionato il monitoraggio delle malattie croniche del fegato, offrendo un’alternativa affidabile alla biopsia epatica, che fino a poco tempo fa era l’unico metodo diretto per valutare lo stato del fegato.
Il Fibroscan

Il Fibroscan è uno strumento diagnostico simile a un ecografo, ma dotato di una sonda speciale che invia onde elastiche attraverso il fegato.
Queste onde misurano la rigidità del tessuto epatico: un fegato sano è morbido e flessibile, mentre un fegato fibrotico risulta più rigido.
L’esame fornisce due parametri fondamentali:
- il grado di fibrosi, espresso in kilopascal (kPa);
- il grado di steatosi, valutato tramite il parametro CAP (Controlled Attenuation Parameter), che misura la quantità di grasso presente nel fegato.
A cosa serve il Fibroscan
Il Fibroscan è utile per monitorare o diagnosticare varie patologie epatiche, soprattutto in fase precoce, quando i sintomi possono essere assenti o poco specifici.
Tra le principali indicazioni:
- epatite virale cronica (epatite B o C);
- steatosi epatica non alcolica (NAFLD) e steatoepatite (NASH);
- fibrosi epatica in pazienti con abuso cronico di alcol;
- cirrosi in fase iniziale o avanzata;
- monitoraggio dell’efficacia terapeutica in caso di trattamenti antivirali o epatoprotettivi.
Grazie alla sua semplicità e rapidità, l’esame può essere ripetuto periodicamente per tenere sotto controllo l’evoluzione della malattia o i miglioramenti in seguito a terapie o modifiche dello stile di vita.
Come si svolge l’esame
L’esame viene eseguito in ambulatorio, dura in media 10-15 minuti e non è doloroso.
Il paziente viene fatto sdraiare sulla schiena con il braccio destro sollevato sopra la testa.
Il medico applica del gel sulla zona del fianco destro e posiziona la sonda del dispositivo in corrispondenza del fegato.
La sonda invia onde meccaniche che attraversano il fegato e analizza la velocità con cui si propagano.
Più il tessuto è rigido, più le onde si muovono velocemente, indicando la presenza di fibrosi.
Preparazione per il Fibroscan
La preparazione per il fibroscan consiste principalmente nel presentarsi a digiuno.
Per ottenere risultati affidabili è raccomandato:
- non mangiare né bere per almeno 3-6 ore prima dell’esame;
- evitare il consumo di caffè, alcol o cibi pesanti il giorno dell’esame;
- non assumere integratori o farmaci senza indicazione medica, se non strettamente necessari.
Il motivo del digiuno per il fibroscan è legato alla possibile variazione dei valori epatici dopo i pasti, che potrebbe alterare la misurazione della rigidità del fegato.
Non richiede, quindi, esami del sangue preliminari né procedure invasive.
Il Fibroscan epatico fa male?
Il Fibroscan è un esame non invasivo, indolore e privo di effetti collaterali.
A differenza della biopsia epatica, che richiede anestesia locale e prelievo di tessuto, il Fibroscan non comporta rischi significativi.
Può essere effettuato anche in pazienti anziani, donne in gravidanza o bambini, sempre sotto valutazione medica.
Il test non emette radiazioni e può essere ripetuto nel tempo per monitorare i cambiamenti dello stato epatico.
Quando è consigliato il Fibroscan
Il medico può prescrivere un Fibroscan epatico in diverse situazioni cliniche:
- in presenza di transaminasi alterate persistenti;
- in soggetti obesi o con sindrome metabolica;
- se si sospetta una steatosi epatica non alcolica;
- nei pazienti con epatite cronica virale già diagnosticata;
- per controllare lo stato del fegato in chi assume farmaci epatotossici a lungo termine;
- in ex consumatori di alcol con sospetto danno epatico.
Spesso il Fibroscan è abbinato ad altri esami epatici (ecografia, esami del sangue o marcatori fibrotici) per una diagnosi completa.
Fibroscan e altri esami: quando serve la biopsia
In molti casi, il Fibroscan riesce a fornire informazioni sufficienti sul grado di fibrosi epatica.
Tuttavia, nei pazienti con dati ambigui, patologie epatiche miste o discordanza tra esami, il medico può ancora decidere di eseguire una biopsia epatica per una valutazione istologica precisa.
La biopsia resta indicata in caso di:
- Fibroscan con valori al limite;
- necessità di valutare infiammazione attiva;
- sospetto di malattia autoimmune o epatopatie rare.
Il Fibroscan è quindi uno strumento di primo livello, ma può essere parte di un percorso diagnostico più ampio.