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20 Maggio 2025

La preparazione per idrocolonterapia: cosa sapere prima del trattamento

Una preparazione adeguata è fondamentale per assicurare l’efficacia e la sicurezza dell’idrocolonterapia.

Alcune semplici accortezze in preparazione all’idrocolonterapia possono favorire l’eliminazione dei residui intestinali e ridurre eventuali fastidi durante la seduta.

L’idrocolonterapia è una tecnica che prevede il lavaggio profondo del colon mediante l’introduzione di acqua purificata, a temperatura e pressione controllate, attraverso una cannula rettale.

Viene utilizzata in ambito medico e paramedico per favorire l’evacuazione di scorie e residui fecali, migliorare il transito intestinale e, in alcuni contesti, come supporto nella preparazione a esami diagnostici.

Tuttavia, non tutti conoscono quali siano i corretti protocolli di preparazione per l’idrocolonterapia, se possa sostituire i lassativi tradizionali prima di una colonscopia, e quale sia la differenza tra idrocolonterapia e clistere.

In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza.

Quando si esegue un’idrocolonterapia?

idrocolonterapia come preparazione alla colonscopia

L’idrocolonterapia viene proposta in diversi contesti:

  • per trattare stitichezza cronica o ostinata;
  • per alleviare gonfiore addominale e meteorismo;
  • come parte di una preparazione intestinale a esami strumentali, come la colonscopia o l’isteroscopia (in casi selezionati);
  • in percorsi di riequilibrio del microbiota intestinale o dopo terapie antibiotiche prolungate.

In ogni caso, si tratta di una procedura che va sempre valutata da personale sanitario e non deve essere eseguita a casa, soprattutto in presenza di patologie gastrointestinali.

Preparazione all’idrocolonterapia: cosa fare prima del trattamento

preparazione idrocolonterapia

Una corretta preparazione è essenziale per garantire l’efficacia e la sicurezza dell’idrocolonterapia.

Sebbene la procedura preveda già un lavaggio interno del colon, alcune semplici accortezze nei giorni precedenti possono facilitare l’eliminazione dei residui e ridurre il rischio di fastidi durante la seduta.

Nei 2-3 giorni prima del trattamento

Nei giorni precedenti il trattamento è importante:

  • seguire una dieta leggera e a basso residuo, evitando legumi, verdure crude, frutta con buccia, latticini, fritti, alcol e bevande gassate;
  • preferire riso, patate lesse, carni bianche, pane bianco, brodi chiari;
  • evitare integratori contenenti ferro, che possono pigmentare le feci;
  • aumentare leggermente l’assunzione di acqua (salvo controindicazioni).

Il giorno dell’idrocolonterapia

Il giorno della procedura, invece, occorre:

  • presentarsi a digiuno da almeno 3-4 ore (in alcuni casi anche 6 ore, secondo indicazione dell’operatore);
  • svuotare la vescica prima della seduta;
  • indossare abbigliamento comodo.

Nel caso in cui l’idrocolonterapia sia parte della preparazione per un esame diagnostico, come la colonscopia, potrebbero essere indicate norme più restrittive, da concordare con il medico.

L’idrocolonterapia è un metodo di preparazione standard per la colonscopia?

Una delle domande più frequenti riguarda il ruolo dell’idrocolonterapia nella preparazione intestinale per la colonscopia.

In linea generale, l’idrocolonterapia non è considerata un metodo standard o di prima scelta per la preparazione a questo tipo di esame.

Le linee guida internazionali per la colonscopia raccomandano l’uso di lassativi orali specifici (come il PEG o la simeticona), combinati con una dieta a basso residuo, perché garantiscono una pulizia completa anche delle porzioni alte del colon (colon ascendente, traverso e cieco), fondamentali per la qualità diagnostica dell’esame.

L’idrocolonterapia, sebbene efficace nella pulizia del colon discendente e sigma, non sempre riesce a raggiungere adeguatamente i tratti superiori dell’intestino. Inoltre, eseguire la procedura troppo vicino alla colonscopia può aumentare il rischio di distensione o irritazione della mucosa, compromettendo l’accuratezza dell’indagine.

Quando può essere utile?

In alcune situazioni particolari, l’idrocolonterapia può essere utilizzata come supporto, ad esempio:

  • in pazienti che non hanno completato efficacemente la preparazione con lassativi;
  • in soggetti con intolleranza o controindicazioni ai farmaci evacuativi;
  • per integrare la pulizia intestinale in caso di esami riprogrammati.

Tuttavia, ogni decisione va presa con il gastroenterologo, che valuterà la sicurezza e l’efficacia della procedura nel singolo caso.

Qual è la differenza tra idrocolonterapia e clistere?

Anche se entrambe le tecniche coinvolgono l’introduzione di liquidi nel retto, l’idrocolonterapia e il clistere sono due procedure molto diverse, sia per finalità che per modalità di esecuzione.

Il clistere:

  • è un lavaggio superficiale del retto e del colon distale (gli ultimi 30-40 cm);
  • viene eseguito in ambito domestico o ospedaliero per favorire l’evacuazione in caso di stipsi o prima di esami del retto-sigma;
  • richiede l’introduzione di quantità ridotte di liquido (200-500 ml);
  • ha azione rapida e temporanea, ma non deterge l’intero colon.

L’idrocolonterapia, invece:

  • è una procedura più profonda e prolungata, che coinvolge l’intero colon;
  • si esegue in ambiente sanitario, con strumenti specifici (circuito chiuso, valvole antiriflusso, monitoraggio);
  • prevede l’introduzione graduale di grandi volumi di acqua (anche fino a 30-40 litri durante l’intera seduta);
  • ha effetti più duraturi, ma va eseguita solo da operatori esperti.

In sintesi, il clistere è uno strumento di pronto intervento per evacuazioni occasionali, mentre l’idrocolonterapia è una procedura più complessa, con finalità terapeutiche o preparatorie ben precise.

Quando evitare l’idrocolonterapia?

Anche se l’idrocolonterapia è generalmente ben tollerata, non è indicata per tutti.

È controindicata in presenza di:

  • malattie infiammatorie intestinali attive (colite ulcerosa, morbo di Crohn);
  • diverticolite acuta;
  • tumori o polipi avanzati del colon o del retto;
  • emorroidi gravi o sanguinanti;
  • fragilità della mucosa intestinale (anziani, pazienti debilitati);
  • gravidanza avanzata;
  • insufficienza cardiaca, renale o epatica scompensata;
  • interventi chirurgici recenti all’addome.

Prima di sottoporsi alla procedura, è sempre necessaria una valutazione medica, per escludere eventuali controindicazioni e personalizzare il trattamento.